La riscoperta dell’Anima - Noi e i Nostri Animali
La relazione tra noi e i nostri animali domestici possiede qualità uniche che non si trovano in nessun altro tipo di relazione. La totale dedizione che loro ci donano va ben oltre la mera compagnia fisica. Se immaginiamo un’ipotetica amicizia tra una persona e un animale selvatico, per quanto meravigliosa possa sicuramente essere, essa non possiede le stesse caratteristiche di “servizio” e “sacrificio” che un animale domestico porta con se. L’animale che varca la soglia di una casa acconsentendo al sodalizio con il suo umano entra a far parte di un campo energetico molto differente da quello degli animali che vivono nella natura.
I problemi dei nostri animali sono i nostri problemi, e una coscienza umana che cresce e prende coscienza di se stessa, di ciò che veramente è, ossia un’entità energetica multidimensionale, si trova ad un certo punto costretta da se stessa a considerare la realtà non come una serie di oggetti ed eventi materiali oggettivi, statitici, programmabili e controllabili, ma a riconsiderarla come paesaggio dell’anima fatto di sostanza plastica, malleabile, sottile, duttile e altamente, sottolineo altamente soggettiva e influenzabile. La materia è il sorriso del divino che continua inesorabilmente a chiamare le anime da lui separate. La presenza dei nostri animali nelle nostre vite non è solamente una presenza di compagnia, ma è una chiave ai meandri delle nostre anime, che conduce a riprendere le parti che si sono dimenticate, trascurate, ignorate, lasciate andare e/o perdute. Vivere pienamente il rapporto con il proprio animale, coscienti della sua struttura spirituale poiché entrambi i membri (persona e animale) sono Spiriti-Anime incarnati in un’esperienza terrena, permette di accogliere al massimo tutti i doni che questa relazione offre.
Il rapporto tra umano e animale è spesso intimo e carnale. Intimo perché si condividono gli stessi spazi, le stesse esperienze e le rispettive vite si influenzano l’un l’altra. Carnale perché è fisico, tra carezze, baci, abbracci e semplice ma profondo contatto quando per esempio si riposa insieme. Due corpi a contatto comunicano moltissimo, in maniera non calcolabile o razionale (anche se ora pure con degli strumenti atti a misurare e quantificare vari parametri vengono confermate molte delle intuizioni già ben presenti nella sfera senziente ed emozionale delle persone). Assieme al nostro animale noi stiamo bene, assieme al nostro animale anche se ognuno in quel momento fa attività diverse si è accompagnati e sostenuti. Non sempre ciò viene ricordato durante la vita quotidiana, ma nell’assenza e nei momenti più ardui che a volte si è chiamati ad affrontare in questa relazione ci si può rendere conto quanto essa conti e quanto smuova in noi.
A questo punto del racconto ci tengo a specificare che i doni sono bilaterali. È uno scambio che avviene tra noi e i nostri animali, è un darsi, un offrirsi vicendevole anche se gli animali tendono ad essere più portati a ciò rispetto alle persone in questa particolare relazione. L’animale ci invita ad essere noi stessi, a prendere in mano i nostri cocci e a rimetterli insieme con profonda compassione, rispetto per i propri tempi di apprendimento e molto amore e gratitudine per l’esperienza che ci viene offerta; a nostra volta noi permettiamo all’animale di sperimentare una vita piena di attenzione e cura nei suoi riguardi, noi ci prendiamo la responsabilità di prenderci cura dei suoi bisogni, noi quindi lo facciamo sentire ascoltato, capito e ci impegnamo a soddisfare i suoi bisogni. Soddisfare un bisogno è un diritto, e questa stessa azione che facciamo verso di loro è un invito a farla anche verso se stessi. Ora sto narrando lo svolgimento della relazione umano-animale in chiave ideale, è chiaro che molto spesso non è così, ma è esattamente verso ciò cui essa tende. Aprire e scaldare il cuore, ravvivare e ri vivificare l’anima. Cosa ci piace fare? Dov’è che siamo felici? Dove ci conduce la nostra gioia? Queste sono le domande che importano e che meritano risposta e conseguente azione. Cosa apportiamo nel mondo se non seguiamo quella scia che illumina e riscalda la nostra interiorità?
Perché ho parlato di sacrificio inizialmente? Poiché l’essere umano si trova in uno stato di sonno spirituale e animico, (anche se un forte risveglio è in corso) e in questa circostanza l’animale è colui che con la sua presenza e con la sua vita tenta di smuoverlo da questo torpore. Io ho molta fede e fiducia nella vita e sono convinta che più ci si apre alla propria reale natura immateriale, più le nostre vite possono essere vissute in bellezza, felicità e gioia. Dolori e malattie non avranno più senso di esistere poiché la loro chiamata sarà stata ampiamente ascoltata e il mondo circostante sarà cambiato assieme al nostro stato di coscienza. I nostri corpi e tutti i corpi materiali sono veicoli di pura apparizione, e la materia è quindi infinita possibilità. Ciò non vuole assolutamente sminuire la materia e il mondo materiale, anzi tutt’altro, vuole riportarlo alla sua origine di pura coscienza energetica, in modo tale da ricordarsi quanto contiamo e quanto possiamo agire nel nostro mondo e quindi poi di conseguenza anche nel mondo esterno. Come dentro così fuori, come in alto così in basso e viceversa. Ermete Trismegisto e i suoi precetti alchemici sono perle immutabili del continuo movimento della Vita.
Tutto è simbolo e ogni evento è una chiamata a ritrovare l’unione mistica tra la nostra esistenza e la nostra divina essenza. Con chi ci uniamo, con chi copuliamo ogni giorno? Con una serie di credenze indotte, indottrinamenti vari derivanti da una visione del mondo separatista fondata sulla paura, sul controllo e sulla competizione? O ci uniamo in amore e piacere con una sovra-mente creativa, non dualistica, a servizio dell’anima, inclusiva e libera di discernere?
Appena incarnati sul piano terrestre ci troviamo catapultati in un mondo così differente da quello vasto e immenso dello spirito (n.d.s dicasi spirito ma si intendano tutti i mondi sottili al di là della materia così come viene normalmente percepita), e appena atterrati ci viene data in mano la nostra esistenza. Cosa farne? Come vivere? Davvero la scelta è nostra, e i nostri grandi e immensi alleati animali donano se stessi alla vita, con la loro personalità specifica e i loro tratti distintivi e allo stesso momento manifestando caratteristiche e movimenti insiti anche nella nostra anima. In questa condivisione di vita e spazio le cose spesso si mescolano e non sempre sono ben definibili, ma nel momento in cui ci toccano profondamente o ci turbano possiamo sicuramente individuare una zona della nostra vita, della nostra anima da guarire e pacificare, o anche semplicemente da celebrare, proprio per andare sempre di più verso un cammino di gioia, un vivere la vita felici di viverla, nella nostra individualità, insieme ai nostri animali e nel collettivo.
In quanto terapeuta per persone e animali, e in quanto compagna di animali da che sono nata, vedo e ho visto, vivo e ho vissuto tutte le dinamiche qui sopra raccontate. Spesso mi sono fatta le domande che ho enunciato e continuo spesso a farmele, non è mai finita e si può sempre migliorare e crescere. Condividere le mie esperienze, le mie riflessioni oltre al mio lavoro di terapeuta è ciò che desidero apportare al mondo. Nulla è mai perduto e tutto è una chiamata a ricongiungersi con la propria anima e con il mondo inteso come lo intendono i buddhisti il Dharma Kaya, il corpo del Buddha, o come potremmo chiamarlo noi il corpo di Cristo. Qual è la differenza tra un mondo vissuto come materialistico e separatista rispetto al mondo vissuto come Dharma Kaya? Il primo porta con se paura, senso di colpa, senso di indegnità, soprusi, abusi, azioni nefaste e sofferenza. Il secondo porta con sé bellezza, leggerezza, splendore, un senso di unione profonda, pace e salute.
Grazie!