Maddalena Premuti Bonetta

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L’Ongon o Sposo sotterraneo

Nelle tradizioni sciamaniche della Siberia e della Mongolia ogni essere umano ha il proprio o la propria Ongon: una controparte invisibile, assimilabile all’aspetto che conosciamo come “anima-spirito”, ed è la parte di noi con la quale siamo chiamati ad unirci in ogni momento, per manifestare la vita in modo autentico, piacevole, creativo e vero, in armonia con la nostra Essenza più Profonda.
L’Ongon viene anche chiamato Sposo/a Sotterraneo/a o Sposo/a Celeste a seconda di quali zone del regno dell’Anima e dello Spirito si prendano in considerazione.

Ma perché questa figura? Qual è la sua origine? La vita stessa è un atto creativo e poetico (da poíesis, in greco, creazione), e noi come piccole particelle pulsanti di questa stessa Vita, creiamo a nostra volta il frutto della nostra esistenza, ma se invece di unirci all’anima ci uniamo agli schemi sociali il frutto che ne deriverà sarà povero e ci si rivolterà contro, perché è antitetico alla nostra reale natura: ecco quindi il bisogno di avere un’immagine per ricordarsi di quella frequenza particolare, di quel gusto particolare che si sprigiona quando si prova vero piacere, vera forza, vera libertà e vero amore: l’unione di Psyché con Eros è una buona rappresentazione.
Anche la tradizione Buddhista esoterica si fonda sull’immagine di un’unione estatica, e per loro è rappresentata dal Vajradhara, ossia il Buddha assieme alla la sua consorte, figurati in unione erotica.

Questa immagine così bella e intensa è presente in numerosi dipinti e statuette, in modo da ricordarsi sempre che l’esistenza è un unione tra due parti: materia (Pakriti) e spirito (Purusha) sono indissolubilmente uniti grazie all’eros, alla Shakti cosmica che nel nostro corpo si manifesta attraverso la Kundalini Shakti, energia nervosa a carattere sessuale. Quando Kundalini sale attraverso tutti i nostri centri energetici l’energia fluisce libera e può esprimersi in maniera particolare attraverso ogni centro ma senza rimanere bloccata in nessuno di questi.

Il divino è molteplice, e così sono gli aspetti del* nostr* Spos* invisibile: può assumere vari aspetti e manifestarsi in varie sembianze e situazioni, può vestire gli abiti del nostro successo professionale, riflettersi nel nostro partner sentimentale o anche coincidere con un viaggio, un’ abitazione che desideravamo fortemente, o un incontro con un animale selvatico o con una persona sconosciuta.
Può anche manifestarsi nei sogni, territorio d’elezione per l* Spos* Sotterrane*, dove il filtro della mente cessa di esistere e tutta la dimensione inconscia e ctonia si manifesta apertamente. In qualsiasi caso il nostro Ongon si manifesti, sarà sempre foriero di una corrente benefica, sia questa il piacere profondo, l’estasi, l’entusiasmo, l’amore o un intenso e risuonante mistero poiché quando si è davvero uniti con la propria anima non c’è spazio per null’altro.

Tuttavia, capita a volte nella vita, di voler intraprendere il viaggio sotterraneo nella maniera più diretta e immediata possibile: nasce in noi una forte intenzione e ci si mette in cerca una parte di noi stessi, si cerca di raggiungere un obbiettivo, si cerca qualcosa di cui si sente fortemente il desiderio, e quando Il Bhakta (l'amante del divino) cerca ardentemente Bhaghavan (il divino nel suo aspetto di puro Amore), Bhaghavan cerca ardentemente il Bhakta; quindi si trovano, si uniscono, e si amano, e si accorgono in realtà di essere sempre stati l'uno nell'altro, nella maniera stessa in cui il seme è nell’albero e l’albero è racchiuso all’interno del seme.
Nel libro che ho scritto “Getta la bilancia - Trasforma il peso in eccesso in energia creativa” (che puoi trovare qui) c’è una sequenza fluida di yoga sciamanico intitolata sequenza fluida della resa al divino dove ti guido passo passo ad unirti al* tu* spos* invisibile affinché ogni dubbio mentale si sciolga nel vostro abbraccio.

Come contattare l’Ongon nella nostra vita? Quando vogliamo unirci al nostro Ongon, dobbiamo figurarci una figura antropomorfa del genere sessuale che più scatena il nostro immaginario erotico, sensuale e sessuale.
I generi disponibili sono tre: maschile, femminile e androgino.

  • Tramite l’immaginazione unita alla sensazione: evocando quindi un’emozione, uno stato d’animo che vogliamo fortemente sperimentare: l’emozione o stato d’animo che stiamo evocando è uno Spirito, (ed è un aspetto del nostro Ongon) e anche in questo caso lo visualizzeremo in sembianze antropomorfe e ci affideremo alla sua presenza, immaginando di essere bocca a bocca e di respirare il suo respiro.
    Tutto ciò che desideri sentire, vivere e far esperienza nella tua vita, ad un certo livello fa già parte di te, poiché dentro di te abita l’intera l'Esistenza. Quindi ascoltati, senti dentro di te, quale aspetto dell’esistenza la tua anima desidera fortemente sperimentare e vivere, con quale spirito vuoi unirti, ed evocalo, evocalo, evocalo, chiamalo e sentilo, apriti a riceverlo e ad accoglierlo, sentilo già parte di te e lascia che si espanda dolcemente in tutto il tuo corpo, che penetri profondamente in ogni cellula e che si amalgami al fluire del tuo sangue. Ciò che stai evocando, nasce prima di tutto in te stess* e quando tu ti offri come sua dimora inizi piano piano a viverlo attraverso il tuo corpo, in ogni sensazione, pensiero, idea e azione della tua vita..e poi si manifesterà anche fuori di te come naturale riflesso del tuo rinnovato stato interiore.
    Quando c'è un cambiamento di coscienza, cambiano anche le condizioni fisiche dell'esistenza.

  • Tramite il mantra del Matrimonio Mistico (diffuso in occidente da Selene C.W. nella tradizione del Mantra Madre) che è il seguente

Ayà Samas quando si evoca una figura maschile
Ayà Samayà quando si evoca una figura femminile
Ayà Samanthà quando si evoca una figura androgina

Ayà va pronunciato o pensato nel momento dell’espirazione
Samas/Samayà/Samanthà va pronunciato o pensato nel momento dell’inspirazione, poiché inspirando si riassorbe in noi.

Quando praticare? In ogni momento di bisogno, ma buona pratica può essere farlo di sera prima di addormentarsi, così da chiamare la propria parte ctonia affinché ci guidi nel mondo invisibile, sotterraneo o celeste che sia. Grazie a questa unione svilupperemo una mente ampliata, saremo più creativi in vera unione con la nostra anima, in modi che ora come ora magari nemmeno ci immaginiamo: lascia che il mistero parli attraverso di te!

Ricordo, vari anni fa, dopo aver evocato l’Ongon prima di addormentarmi, sognai un giovane uomo dalle sembianze di un personaggio abbastanza conosciuto, eravamo in macchina, poi la macchina iniziò a volare, poi l’automobile non c’era più e c’eravamo solo io e lui che volavamo uno a fianco all’altro sopra il mare dei Caraibi, dai colori turchesi e smeraldini e ricordo ancora il forte profumo di mare e di salsedine che si sprigionò in questo sogno.

Ciò che viviamo e sperimentiamo “fuori di noi” è direttamente collegato a tutto ciò che abita all’interno di noi.
La buona notizia è che possiamo agire nella nostra interiorità attraverso queste pratiche suggestive e poetiche in modo da dare possibilità alla vita di manifestarsi attraverso di noi nel suo splendore, ignoto e sconosciuto e spesso temuto dalle nostre sovrastrutture mentali.

Che tutto in te sia gioia, questa è la tua meta!